martedì 10 aprile 2007

Il passaporto


Oggi sono andato a ritirare il passaporto in Questura. Dopo una fila chilometrica, avanzando millimetricamente, arrancando fantozianamente, sono riuscito ad ottenere il tanto sospirato "passaporto". L'avevo fra le mani, con le orecchie che sposavano i lembi della bocca, me lo giravo e rigiravo, la poliziotta in divisa che mi guardava e continuava a dirmi che era tutto, che non dovevo fare altro, insomma che me ne dovevo andare per fare posto al successivo della fila, mentre io con sguardo incredulo e inebetito rimanevo impalato lì.
Libertà.
Un senso di vera libertà. Libertà di viaggiare ma soprattutto di poter stare in ogni angolo del mondo e non solo dell'Italia o dell'Unione Europea dov'è sufficiente la sola carta d'identità.
Libertà.
Ma cosa è la libertà?
È uno stato fisico? Mentale? O spirituale?

A presto.

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